Ad un certo punto ho pensato che Parigi fosse sopravvalutata. Troppo romantica, troppo decadente, troppo amore.
Avevo paura di sentirmi inadatta. Io, innamorata dell’amore, avevo paura dell’amore degli altri. Inferiorità, inadeguatezza. Cosa si aspetta da me, Parigi?
Una barriera tra me e lei. Un velo di disprezzo latente, non ci siamo piaciute a primo impatto. Un rifiuto netto e totale verso la città degli innamorati.
Consapevole dei clichè a cui è legata, la trovavo inadatta alla me di poco tempo fa. Non è il momento giusto per Parigi.
Eppure mi sono innamorata di lei guardandomi allo specchio. Quando ho capito che le mie spalle erano grandi abbastanza per proteggermi dalla vita, quando ho capito che le mie braccia erano lunghe quel tanto da riuscire ad abbracciarmi da sola.
E’ stato in quel momento che Parigi mi ha avvolta.
Con i suoi bistrot dai tavolini perfetti e le boulangerie dall’aria accogliente. Con le sue èclairs colme di crema e i croissant appena sfornati. Con il grigio-blu dei tetti e il rosa dei ciliegi.
Trabocca, Parigi, di anime e storie. Trabocca di amore.
Fréro Delavega | Le Coeur éléphant